Zuppa Ricca – Ricette

Zuppa Ricca

Cos’è

Questa particolare zuppa nasce dall’esigenza di offrire una selezione di legumi e cereali, in un mix equilibrato tra gusto e sapore, dove tutti gli ingredienti hanno lo stesso tempo di cottura, ingredienti semplici e gustosi, infatti è fatta con le nostre migliori lenticchie, il nostro orzo perlato, i ceci spezzati e farro perlato. In pochi minuti si potrà portare in tavola un piatto nutriente e allo stesso tempo delicato, ottima in inverno servita calda con del pane tostato e un filo d’olio a crudo.

Zuppa ricca alla Spoletina

Come cucinare la nostra zuppa ricca: versa dopo averla sciacquata in acqua fredda la quantità che desideri di zuppa, circa 80 gr. a testa, in una pentola, ricoprila di acqua fredda abbondate, e mettila in cottura, da parte in una padella, prepara un soffritto con, cipolla, e salsicce, carote, sedano tagliati finemente, poi a metà cottura aggiungi un po’ di salsa di pomodoro, sale e pepe qb. Una volta ultimata la cottura della zuppa mescola il contenuto della padella e otterrai una buonissima zuppa alla Spoletina…
Buon appetito!

 

 

Ceci Neri – Ricette

CECI NERI

Cosa sono

La nostra azienda è una delle poche in Umbria a produrre una varietà particolarissima di cece nero, dall’aspetto rugoso e di piccolo calibro, che risulta al palato più saporito e meno pastoso del cece bianco. Dopo un doveroso ammollo di 48 ore si presta per essere mangiato in svariate ricette, ideale per humus, patè, e vellutate, oppure, vista la sua consistenza si presta anche per insalate nei mesi estivi.

Cenni storici

Il nome deriva dal latino cicer. È noto che il cognome di Cicerone discendeva da un suo antenato che aveva una caratteristica verruca a forma di cece sul naso. Il cece coltivato deriva da forme selvatiche del genere Cicer, probabilmente da Cicer reticulatum. Le specie selvatiche si sono originate probabilmente in Turchia, mentre le prime testimonianze archeologiche della coltivazione del cece risalgono all’età del bronzo e sono state rinvenute in Iraq; i ceci si diffusero in tutto il mondo antico: antico Egitto, Grecia, Impero romano.

Proprietà benefiche e nutrizionali

I ceci sono legumi molto nutrienti, ricchi di proteine vegetali ma anche una fonte di sali minerali, in particolare di calcio, ferro, fosforo e potassio, di fibre e di vitamine(A e vitamine del gruppo B) e di acidi grassi polinsaturi(omega 3). I ceci, quindi, per le loro proprietà nutrizionali, sono un alimento importante per la nostra salute perché aiutano a ridurre i livelli del colesterolo cattivo nel sangue, diminuire la pressione arteriosa e la quantità di trigliceridi e ad avere benefici per l’intestino. I ceci sono un alimento mediamente calorico ed energetico: 100 gr di ceci cotti (ceci secchi bolliti in acqua distillata senza aggiunta di sale) apportano al nostro organismo circa 120 calorie. Sono legumi adatti ai celiaci perché non contengono glutine, e fondamentali per chi pratica un’alimentazione vegetariana o vegana perché sono fonte di proteine.

Tipologie

I ceci si trovano in commercio secchi o precotti in latta o vasetti e anche come farina di ceci, usata per preparare salse, torte salate come la farinata o anche dolci golosi. Se acquistati in autunno, quelli secchi, sono abbastanza recenti e noti come “giovani”, cioè raccolti durante l’estate precedente. Se acquistati in estate, sono sicuramente quelli “vecchi” perché raccolti duranta l’anno precedente.  Questo non è però un problema perché i ceci sono molto resistenti nel tempo e possono essere consumati anche a più di un anno dalla raccolta. I ceci precotti sono facili da trovare sui banchi dei supermercati. Se li acquistate, scegliete quelli a minor contenuto di sodio e conservanti: l’acqua di conserva dei ceci è molto usata nella cucina vegana.

LE RICETTE

Come abbinare i ceci

I ceci sono profumati e hanno un gusto aromatico e caldo, mentre la consistenza, da cotti, è morbida e “burrosa”, caratteristica che li rende perfetti per realizzare sfiziose creme, sia dolci sia salate. In cucina, i ceci danno vita a preparazione di ogni genere: possono essere proposti come piatti unici aggiunti alle insalate o primi piatti con la pasta o in zuppe con ortaggi e verdure di tutti i tipi o persino come contorni a piatti di carne o pesce. 
L’abbinamento migliore per i ceci, come per tutti i legumi, sono i cereali: il riso, il farro, il grano saraceno o anche l’avena e naturalmente la pasta. Le proteine dei legumi, ottime dal punto di vista nutrizionale, sono meglio assorbite dal nostro organismo se accoppiate ai cereali, garantendo un profilo proteico molto simile a quello della carne.
L‘accoppiamento dei ceci con le carni, anche se gustoso, diventa “aggiuntivo”, poiché le carni contengono già le proteine necessarie al nostro organismo. Pertanto, carni e legumi insieme possono diventare pesanti e le prime annullano le seconde.
Diverse sono le spezie che si abbinano ai ceci. L’alloro, per esempio, aggiunto nell’acqua di cottura li rende più digeribili o il cumino, i cui semi molto aromatici, può essere aggiunto intero o sminuzzato nell’impasto dei falafel.  Non dimentichiamo essenze come il rosmarino, l’origano, il timo e la salvia, che possono conferire un aroma davvero unico alle preparazione, come per esempio alla farinata di ceci. 
La paprika (dolce, piccante o affumicata) aggiunta all’hummus conferisce alla crema un sapore ancora più gustoso.
Sono consigliati 2-3 pasti settimanali a base di legumi e cereali (piatto unico), Per quanto riguarda le bucce dei ceci, ricche di sali minerali, in particolare di ferro, se sottili possono essere mangiate o altrimenti se dure possono essere frullate insieme alla polpa dei legumi o cotti con un mixer a immersione.

Cucinare i ceci lessati in modo tradizionale

In cucina i ceci hanno un ruolo protagonista in moltissime ricette tradizionali di tutto il mondo; in Italia sono consumati in deliziose zuppe tradizionali o vellutate, come condimento per la pasta, ma usati anche per preparare ricchi e gustosi secondi piatti vegetariani o creme per antipasti. Cucinare i ceci in modo corretto è facile, ma richiede un procedimento lungo e delicato che ha bisogno di alcune regole base da tenere presente per la buona riuscita di ogni ricetta che decidete di preparare. 
1) La cottura dei ceci deve cominciare in acqua fredda non salata affinché i ceci possano conservare la loro tenerezza, e poi continuare con una lentissima bollitura, per evitare che risultino duri una volta pronti e di perdere le loro proprietà nutritive.
2) Il sale e altri condimenti vanno aggiunti al termine della cottura dei legumi: aggiungere ingredienti acidi come il pomodoro, durante la lessatura, allunga i tempi di cottura dei ceci rendendo la pelle esterna più dura. 

Cucinare i ceci al microonde

1) Per cuocere i ceci secchi al microonde, mettili in un contenitore adatto per questo tipo di cottura, aggiungi l’acqua (per 1 bicchiere di ceci occorrono 3 bicchieri di acqua), e 1/2 cucchiaino di bicarbonato (questa sostanza largamente usata in cucina, facilita la cottura e aiuta a mantenere i ceci teneri, ma assorbe alcuni dei preziosi elementi nutritivi dei ceci e li impoverisce di una buona parte delle proprietà salutari).
2) Aziona il microonde alla massima potenza e lascia cuocere i legumi fino al bollore dell’acqua. A questo punto, apri il forno, coprili con il coperchio e lasciali riposare per circa 45 minuti nel forno, con il portello chiuso.
3) Trascorso questo tempo, i ceci dovrebbero essere ormai teneri. Elimina l’acqua di cottura e lavali sotto il getto di acqua corrente prima di usarli per la ricetta che vuoi preparare.

Cucinare i ceci a vapore

La cottura a vapore non è consigliata per i legumi, specie per quelli secchi. I legumi duri, come i ceci, durante la cottura assorbono acqua per ammorbidirsi e lo fanno molto lentamente. Cuocendoli a vapore la penetrazione di acqua risulta essere estremamente lenta e il rischio è quello che non assorbano l’acqua necessaria per diventare teneri, risultando quindi immangiabili.

Mettere in ammollo i ceci

Prima di cucinarli, i ceci secchi devono necessariamente essere reidratati con la tecnica dell’ammollo: sommersi in acqua a temperatura ambiente per 8-48 ore. Il tempo di ammollo dipende dalla durezza del seme e dalla temperatura. Se i ceci sono abbastanza “giovani”, il tempo di ammollo può durare 8-10 ore, mentre se “vecchi” deve durare anche a 24-48 ore. In questo lasso di tempo, i ceci assorbiranno tanta acqua necessaria per gonfiarsi e riprendere consistenza.
L’ammollo lungo o tradizionale:
1) Prima di mettere i ceci in acqua è consigliabile sparpagliarli su un vassoio, per eliminare eventuali sassolini che possono essere rimasti tra i legumi. 
2) Raccogli i ceci in un contenitore capiente e sommergili in acqua corrente fredda: 1 tazza di acqua per 5 gr di legumi secchi. I legumi che vengono a galla vanno eliminati perché privi di validità nutrizionale.
3) Non aggiungere nulla all’acqua di ammollo: il sale li rende più duri mentre il bicarbonato diminuisce le proprietà nutritive e altera il sapore e il colore dei ceci in cottura. Se hai la possibilità, puoi cambiare l’acqua 1 o 2 volte durante il periodo di ammollo.
4) Trascorso il tempo, scola i ceci dall’acqua di ammollo perché contiene purine, sostanze tossiche che favoriscono la comparsa di acido urico nel sangue, e lavali ancora sotto il getto di acqua corrente.
L’ammollo rapido:
1) Lava i ceci in un colino, poi versali in una grande pentola e aggiungi una tazza di acqua ogni 5 grammi di legumi; elimina i legumi che vengono a galla. Mettili sul fuoco, porta a ebollizione l’acqua e fai cuocere i ceci per 2-3 minuti.
2) Togli i ceci dal fuoco e lasciali riposare circa 4 ore: più i legumi rimarranno in ammollo, maggiore sarà la quantità dissolta dei carboidrati responsabili dei fastidi intestinali.
3) Scola i ceci, lavali e cuocili come preferisci.
L’ammollo con il microonde:
1) Disponi i ceci in una ciotola adatta alla “cottura al microonde”, aggiungi l’acqua fredda (3 bicchieri di acqua per 1 di ceci); metti tutto nel forno a microonde, regola alla potenza di 800 Watt e fai bollire per circa 15 minuti.
2) Spegni e lascia riposare i ceci per circa 50 minuti all’interno del microonde con lo sportello chiuso, poi scolali, lavali e cuocili normalmente.

Cucinare i ceci nella pentola a pressione

1) Per cuocere i ceci nella pentola a pressione, mettili nella pentola e ricoprili totalmente di acqua, superando il loro livello di circa 2 centimetri e aggiungi, se ti piace, qualche foglia di alloro. Se preferisci, puoi sostituire l’acqua con il brodo vegetale.
2) Chiudi con il coperchio, sigilla con il manico, abbassa la valvola e comincia la cottura su fiamma alta. Quando senti il fischio, abbassa la fiamma e lascia cuocere per circa 15-20 minuti.
3) Prima di controllare lo stato della cottura, alza la valvola e lascia uscire tutto il vapore, poi alza il coperchio. Se non ti sembrano ancora abbastanza teneri, lasciali continuare a cuocere ancora un po’.
4) Durante gli ultimi minuti di cottura insaporiscili come preferisci: aggiungi il sale, le spezie (peperoncino, curry) oppure il pomodoro e altre verdure. Quando i ceci sono pronti, puoi gustarli così come sono o in qualche ricetta appetitosa.

Cuocere i ceci al forno

1) Dopo aver ammollato i ceci secchi per una notte, lavali e asciugali con un canovaccio pulito, raccoglili in una ciotola e cospargili con poca farina e le spezie che preferisci: peperoncino, paprika, curry, pepe o un trito di salvia e rosmarino.
2) Condiscili con olio evo e riscalda il forno a 200°C.             
3) Fodera una teglia con della carta da forno e disponi sul fondo i ceci conditi e infornali per 20 minuti; a metà del tempo di cottura, tira fuori la teglia e scuotila leggermente in modo da far roteare i ceci e cuocerli su tutti i lati in modo uniforme.
4) Sala e servi i ceci al forno ancora caldi per un aperitivo o gustali come snacks quando desideri qualcosa di sfizioso. Servi i ceci croccanti e speziati cotti al forno ancora caldi.

Conservazione dei ceci

I ceci secchi possono essere conservati in dispensa, al riparo dalla luce, dall’umidità e dal calore. Occorre però fare attenzione alla data di scadenza, perché i ceci vecchi, se pur commestibili, avranno necessità di un tempo di ammollo maggiore: più invecchiano più le loro bucce saranno dure.

 

Ceci Bianchi Piccoli – Ricette

CECI BIANCHI PICCOLI

Cosa sono

I ceci sono dei legumi salutari dalla storia molto antica; sono i semi di una pianta leguminosa che veniva coltivata fin dall’età del Bronzo e nella zona dell’Iraq. I ceci erano un alimento già diffuso nel mondo antico tra Greci, Romani ed Egizi; oggi sono consumati in tutto il mondo, occupano il terzo posto nella produzione mondiale di legumi, dopo la soia e i fagioli. I ceci più diffusi sono di colore giallo chiaro hanno superficie liscia o grinzosa, a secondo della varietà. In Italia vengono ancora coltivate delle varietà antiche di ceci che sono di colore scuro, praticamente nero, e che si trovano soprattutto in alcune zone della Toscana, dell’Umbria e della Puglia.

Cenni storici

Il nome deriva dal latino cicer. È noto che il cognome di Cicerone discendeva da un suo antenato che aveva una caratteristica verruca a forma di cece sul naso. Il cece coltivato deriva da forme selvatiche del genere Cicer, probabilmente da Cicer reticulatum. Le specie selvatiche si sono originate probabilmente in Turchia, mentre le prime testimonianze archeologiche della coltivazione del cece risalgono all’età del bronzo e sono state rinvenute in Iraq; i ceci si diffusero in tutto il mondo antico: antico Egitto, Grecia, Impero romano.

Proprietà benefiche e nutrizionali

I ceci sono legumi molto nutrienti, ricchi di proteine vegetali ma anche una fonte di sali minerali, in particolare di calcio, ferro, fosforo e potassio, di fibre e di vitamine(A e vitamine del gruppo B) e di acidi grassi polinsaturi(omega 3). I ceci, quindi, per le loro proprietà nutrizionali, sono un alimento importante per la nostra salute perché aiutano a ridurre i livelli del colesterolo cattivo nel sangue, diminuire la pressione arteriosa e la quantità di trigliceridi e ad avere benefici per l’intestino. I ceci sono un alimento mediamente calorico ed energetico: 100 gr di ceci cotti (ceci secchi bolliti in acqua distillata senza aggiunta di sale) apportano al nostro organismo circa 120 calorie. Sono legumi adatti ai celiaci perché non contengono glutine, e fondamentali per chi pratica un’alimentazione vegetariana o vegana perché sono fonte di proteine.

Tipologie

I ceci si trovano in commercio secchi o precotti in latta o vasetti e anche come farina di ceci, usata per preparare salse, torte salate come la farinata o anche dolci golosi. Se acquistati in autunno, quelli secchi, sono abbastanza recenti e noti come “giovani”, cioè raccolti durante l’estate precedente. Se acquistati in estate, sono sicuramente quelli “vecchi” perché raccolti duranta l’anno precedente.  Questo non è però un problema perché i ceci sono molto resistenti nel tempo e possono essere consumati anche a più di un anno dalla raccolta. I ceci precotti sono facili da trovare sui banchi dei supermercati. Se li acquistate, scegliete quelli a minor contenuto di sodio e conservanti: l’acqua di conserva dei ceci è molto usata nella cucina vegana.

LE RICETTE

Come abbinare i ceci

I ceci sono profumati e hanno un gusto aromatico e caldo, mentre la consistenza, da cotti, è morbida e “burrosa”, caratteristica che li rende perfetti per realizzare sfiziose creme, sia dolci sia salate. In cucina, i ceci danno vita a preparazione di ogni genere: possono essere proposti come piatti unici aggiunti alle insalate o primi piatti con la pasta o in zuppe con ortaggi e verdure di tutti i tipi o persino come contorni a piatti di carne o pesce. 
L’abbinamento migliore per i ceci, come per tutti i legumi, sono i cereali: il riso, il farro, il grano saraceno o anche l’avena e naturalmente la pasta. Le proteine dei legumi, ottime dal punto di vista nutrizionale, sono meglio assorbite dal nostro organismo se accoppiate ai cereali, garantendo un profilo proteico molto simile a quello della carne.
L‘accoppiamento dei ceci con le carni, anche se gustoso, diventa “aggiuntivo”, poiché le carni contengono già le proteine necessarie al nostro organismo. Pertanto, carni e legumi insieme possono diventare pesanti e le prime annullano le seconde.
Diverse sono le spezie che si abbinano ai ceci. L’alloro, per esempio, aggiunto nell’acqua di cottura li rende più digeribili o il cumino, i cui semi molto aromatici, può essere aggiunto intero o sminuzzato nell’impasto dei falafel.  Non dimentichiamo essenze come il rosmarino, l’origano, il timo e la salvia, che possono conferire un aroma davvero unico alle preparazione, come per esempio alla farinata di ceci. 
La paprika (dolce, piccante o affumicata) aggiunta all’hummus conferisce alla crema un sapore ancora più gustoso.
Sono consigliati 2-3 pasti settimanali a base di legumi e cereali (piatto unico), Per quanto riguarda le bucce dei ceci, ricche di sali minerali, in particolare di ferro, se sottili possono essere mangiate o altrimenti se dure possono essere frullate insieme alla polpa dei legumi o cotti con un mixer a immersione.

Cucinare i ceci lessati in modo tradizionale

In cucina i ceci hanno un ruolo protagonista in moltissime ricette tradizionali di tutto il mondo; in Italia sono consumati in deliziose zuppe tradizionali o vellutate, come condimento per la pasta, ma usati anche per preparare ricchi e gustosi secondi piatti vegetariani o creme per antipasti. Cucinare i ceci in modo corretto è facile, ma richiede un procedimento lungo e delicato che ha bisogno di alcune regole base da tenere presente per la buona riuscita di ogni ricetta che decidete di preparare. 
1) La cottura dei ceci deve cominciare in acqua fredda non salata affinché i ceci possano conservare la loro tenerezza, e poi continuare con una lentissima bollitura, per evitare che risultino duri una volta pronti e di perdere le loro proprietà nutritive.
2) Il sale e altri condimenti vanno aggiunti al termine della cottura dei legumi: aggiungere ingredienti acidi come il pomodoro, durante la lessatura, allunga i tempi di cottura dei ceci rendendo la pelle esterna più dura. 

Cucinare i ceci al microonde

1) Per cuocere i ceci secchi al microonde, mettili in un contenitore adatto per questo tipo di cottura, aggiungi l’acqua (per 1 bicchiere di ceci occorrono 3 bicchieri di acqua), e 1/2 cucchiaino di bicarbonato (questa sostanza largamente usata in cucina, facilita la cottura e aiuta a mantenere i ceci teneri, ma assorbe alcuni dei preziosi elementi nutritivi dei ceci e li impoverisce di una buona parte delle proprietà salutari).
2) Aziona il microonde alla massima potenza e lascia cuocere i legumi fino al bollore dell’acqua. A questo punto, apri il forno, coprili con il coperchio e lasciali riposare per circa 45 minuti nel forno, con il portello chiuso.
3) Trascorso questo tempo, i ceci dovrebbero essere ormai teneri. Elimina l’acqua di cottura e lavali sotto il getto di acqua corrente prima di usarli per la ricetta che vuoi preparare.

Cucinare i ceci a vapore

La cottura a vapore non è consigliata per i legumi, specie per quelli secchi. I legumi duri, come i ceci, durante la cottura assorbono acqua per ammorbidirsi e lo fanno molto lentamente. Cuocendoli a vapore la penetrazione di acqua risulta essere estremamente lenta e il rischio è quello che non assorbano l’acqua necessaria per diventare teneri, risultando quindi immangiabili.

Mettere in ammollo i ceci

Prima di cucinarli, i ceci secchi devono necessariamente essere reidratati con la tecnica dell’ammollo: sommersi in acqua a temperatura ambiente per 8-48 ore. Il tempo di ammollo dipende dalla durezza del seme e dalla temperatura. Se i ceci sono abbastanza “giovani”, il tempo di ammollo può durare 8-10 ore, mentre se “vecchi” deve durare anche a 24-48 ore. In questo lasso di tempo, i ceci assorbiranno tanta acqua necessaria per gonfiarsi e riprendere consistenza.
L’ammollo lungo o tradizionale:
1) Prima di mettere i ceci in acqua è consigliabile sparpagliarli su un vassoio, per eliminare eventuali sassolini che possono essere rimasti tra i legumi. 
2) Raccogli i ceci in un contenitore capiente e sommergili in acqua corrente fredda: 1 tazza di acqua per 5 gr di legumi secchi. I legumi che vengono a galla vanno eliminati perché privi di validità nutrizionale.
3) Non aggiungere nulla all’acqua di ammollo: il sale li rende più duri mentre il bicarbonato diminuisce le proprietà nutritive e altera il sapore e il colore dei ceci in cottura. Se hai la possibilità, puoi cambiare l’acqua 1 o 2 volte durante il periodo di ammollo.
4) Trascorso il tempo, scola i ceci dall’acqua di ammollo perché contiene purine, sostanze tossiche che favoriscono la comparsa di acido urico nel sangue, e lavali ancora sotto il getto di acqua corrente.
L’ammollo rapido:
1) Lava i ceci in un colino, poi versali in una grande pentola e aggiungi una tazza di acqua ogni 5 grammi di legumi; elimina i legumi che vengono a galla. Mettili sul fuoco, porta a ebollizione l’acqua e fai cuocere i ceci per 2-3 minuti.
2) Togli i ceci dal fuoco e lasciali riposare circa 4 ore: più i legumi rimarranno in ammollo, maggiore sarà la quantità dissolta dei carboidrati responsabili dei fastidi intestinali.
3) Scola i ceci, lavali e cuocili come preferisci.
L’ammollo con il microonde:
1) Disponi i ceci in una ciotola adatta alla “cottura al microonde”, aggiungi l’acqua fredda (3 bicchieri di acqua per 1 di ceci); metti tutto nel forno a microonde, regola alla potenza di 800 Watt e fai bollire per circa 15 minuti.
2) Spegni e lascia riposare i ceci per circa 50 minuti all’interno del microonde con lo sportello chiuso, poi scolali, lavali e cuocili normalmente.

Cucinare i ceci nella pentola a pressione

1) Per cuocere i ceci nella pentola a pressione, mettili nella pentola e ricoprili totalmente di acqua, superando il loro livello di circa 2 centimetri e aggiungi, se ti piace, qualche foglia di alloro. Se preferisci, puoi sostituire l’acqua con il brodo vegetale.
2) Chiudi con il coperchio, sigilla con il manico, abbassa la valvola e comincia la cottura su fiamma alta. Quando senti il fischio, abbassa la fiamma e lascia cuocere per circa 15-20 minuti.
3) Prima di controllare lo stato della cottura, alza la valvola e lascia uscire tutto il vapore, poi alza il coperchio. Se non ti sembrano ancora abbastanza teneri, lasciali continuare a cuocere ancora un po’.
4) Durante gli ultimi minuti di cottura insaporiscili come preferisci: aggiungi il sale, le spezie (peperoncino, curry) oppure il pomodoro e altre verdure. Quando i ceci sono pronti, puoi gustarli così come sono o in qualche ricetta appetitosa.

Cuocere i ceci al forno

1) Dopo aver ammollato i ceci secchi per una notte, lavali e asciugali con un canovaccio pulito, raccoglili in una ciotola e cospargili con poca farina e le spezie che preferisci: peperoncino, paprika, curry, pepe o un trito di salvia e rosmarino.
2) Condiscili con olio evo e riscalda il forno a 200°C.             
3) Fodera una teglia con della carta da forno e disponi sul fondo i ceci conditi e infornali per 20 minuti; a metà del tempo di cottura, tira fuori la teglia e scuotila leggermente in modo da far roteare i ceci e cuocerli su tutti i lati in modo uniforme.
4) Sala e servi i ceci al forno ancora caldi per un aperitivo o gustali come snacks quando desideri qualcosa di sfizioso. Servi i ceci croccanti e speziati cotti al forno ancora caldi.

Conservazione dei ceci

I ceci secchi possono essere conservati in dispensa, al riparo dalla luce, dall’umidità e dal calore. Occorre però fare attenzione alla data di scadenza, perché i ceci vecchi, se pur commestibili, avranno necessità di un tempo di ammollo maggiore: più invecchiano più le loro bucce saranno dure.

Orzo Perlato – Ricette

Orzo Perlato

Cos’è

Questo cereale, di antica origine proveniente dall’Asia occidentale, usato ampiamente come alimento nei Paesi nordafricani e dell’Estremo Oriente. È un alimento pieno di proprietà nutritive: è tra i cereali più ricchi di fibre, ha un alto apporto proteico, contiene sali minerali quali potassio e magnesio e vitamine in particolare del gruppo B.  ottimo da cucinare come se fosse riso, si sposa bene ad esempio con gamberetti e zucchine, o più semplicemente per gustose e stuzzicanti insalate veloci, con verdure, tonno olive, pomodorini oppure per calde zuppe invernali, questo cereale, soddisfa ogni tipo di palato e si sposa perfettamente ad una cucina salubre e della tradizione gastronomica tipico, ideale come piatto unico, se integrato con legumi vari.

Varietà di Orzo

In commercio si trovano tre tipi di orzo: quello integrale, quello decorticato e quello perlato. La differenza tra le varie tipologie sta nella necessità dell’ammollo e nell’allungamento dei tempi di cottura. La prima varietà è la più nutriente perché ha subito meno processi di raffinazione; tuttavia è anche il tipo di orzo che richiede più tempo per essere preparato, va infatti messo in ammollo almeno 8 ore prima di cuocerlo e richiede un lungo tempo di cottura. A metà strada c’è l’orzo decorticato: deve il suo nome alla procedura di decorticazione del chicco, che viene privato delle parti esterne della buccia. Le sue proprietà nutritive sono comunque molto alte e, come l’integrale, richiede tempi di ammollo e cottura più lunghi. Infine, c’è l’orzo perlato; per ottenere questa varietà, il chicco viene decorticato e privato della crusca. I granelli si presentano rotondi e bianchi, ed è il tipo di orzo più facile da usare perché non ha bisogno di ammollo e cuoce in poco tempo.

LE RICETTE

Sciacquare l’orzo perlato in acqua

Prima di cuocere l’orzo perlato, lavalo bene sotto l’acqua corrente: in questo modo, si elimineranno eventuali residui dovuti al confezionamento e rare alterazioni di sapore. Quindi sgocciolalo e poi trasferiscilo in una pentola. Per la cottura puoi utilizzare acqua, brodo o latte, a seconda della ricetta che stai per preparare. Cuoci a fuoco basso e porta a ebollizione. Di solito sono sufficienti 20-25 minuti per portare i chicchi alla consistenza ottimale.

Cuocere l’orzo perlato al vapore

Si può anche cuocere l’orzo perlato al vapore attraverso una vaporiera o con il Bimby. Per questo metodo va utilizzata una parte di cereale e due parti di acqua. I tempi di cottura inevitabilmente si allungheranno e dovrai attendere semplicemente che l’acqua si assorba completamente..

Cuocere l’orzo perlato al forno

Per cuocere l’orzo perlato al forno l’elettrodomestico va preriscaldato a 190° C. Mentre il forno si riscalda tu porta a ebollizione in una pentola 480 ml di acqua. In una pirofila di ceramica o vetro versa l’orzo e poi aggiungi il liquido caldissimo, avendo cura di mescolare il tutto. A questo punto unisci un tocco di burro, il sale e mescola ancora. Copri la pirofila con il suo coperchio o con un foglio di alluminio. Metti in forno e lascia cuocere per un’ora.

Cucinare l’orzo in zuppe e minestre

L’orzo perlato è anche uno degli ingredienti principali dei menu invernali e se sei un’appassionata di zuppe lo sai bene. Questo cereale è alla base della classica zuppa d’orzo, ma anche di un’aromatica minestra orzo e porri, oppure con i fagioli. Da non disdegnare anche l’abbinamento con crema di zucca, patate e zafferano. Il metodo di cottura per cucinare l’orzo perlato insieme con tutti gli ingredienti scelti è quello di aggiungerlo lavato, dopo aver creato il soffritto, coprendo il tutto con acqua, brodo o latte. Il tempo medio necessario per cuocere il cereale con gli altri ingredienti si aggira mediamente intorno ai 30 minuti. Inoltre se vuoi sperimentare l’orzotto, provalo con zucchine e fiori di zucca. Il metodo di cottura da utilizzare in questo caso è uguale a quello del tradizionale risotto.

Lessare l’orzo perlato

Il metodo di cottura principale dell’orzo perlato è la lessatura. Per cuocere il cereale saranno necessari tra i 20 e i 40 minuti. Ma non è l’unico modo. La stessa operazione può essere fatta anche con il forno a microonde. In questo caso mettilo in un recipiente adatto con tre parti di acqua salata per una parte di cereale. Copri il tutto con la pellicola forata e fai cuocere per 15 minuti a 900 W. A metà cottura estrai il contenitore, mescola e poi rimetti a cuocere. Alla fine dei 15 minuti scopri e controlla che l’acqua sia stata completamente assorbita.

Cuocere l’orzo perlato in pentola a pressione

È possibile cuocere l’orzo perlato in pentola a pressione. In questo caso il cereale può essere arricchito da aromi, preparato asciutto o in brodo. Ad esempio si possono mettere i chicchi in un soffritto di verdure, tostandoli un po’. Poi si aggiunge l’acqua, in quantità pari al triplo del peso dell’orzo. Chiusa la pentola, si cuoce per 15 minuti dal fischio della valvola. Se hai voglia di una zuppa brodosa, aumenta la quantità di acqua di 4 volte.

Condire l’orzo perlato

Essendo un cereale, proprio come il riso o il farro, l’orzo perlato è adatto a moltissime preparazioni. Il condimento di base può essere un filo d’olio extravergine d’oliva e un po’ di limone, ma anche un trito di erbe aromatiche. Orzo e verdure sono perfetti insieme per creare, ad esempio, i pomodori ripieni di orzo, formaggio di capra e olive. Puoi sostituire il pomodoro con zucchine, melanzane e peperoni: tutte accoppiate vincenti.
Per andare incontro ai più piccoli si possono preparare delle gustose polpette d’orzo, aromatizzate con parmigiano, uovo, cipolla, carote e spinaci. L’orzo perlato è perfetto per preparare quelle fresche insalate estive che offrono un pasto completo senza appesantire. Pomodorini, cipolle, mais, mozzarella e qualche foglia di basilico provvederanno a soddisfare la tua voglia di freschezza. Puoi anche condire l’orzo perlato con del pesto e del tonno, oppure aggiungere polipetti, peperoni e pomodori.

Farro Semi Perlato – Ricette

Farro Semi-Perlato

Cos’è

Negli ultimi tempi è di gran moda parlare di grani antichi. Con questa espressione si intendono tutte quelle varietà di cereale che nei millenni sono rimasti fedeli al proprio Dna, senza subire manipolazioni da parte dell’uomo. Tra questi c’è il farro, il cereale più antico coltivato dall’uomo sin dagli albori dell’agricoltura. Si tratta del più antico tipo di frumento coltivato dall’uomo. Alcuni ritrovamenti archeologici ne segnano i primi usi come fonte di nutrimenti sin dall’età del Neolitico. I romani basavano l’alimentazione delle legioni militare sul farro. Veniva usato per preparare pane, focacce e polente. Proprio per questo la parola farina affonda le sue radici nel latino far, che ha prima dato vita al termine farro. I latini usavano il farro anche nelle cerimonie matrimoniali. Ad esempio, una di queste era detta confarreatio: gli sposi mangiavano una focaccina di farro insieme per sancire l’unione. Nel tempo il grano tenero, che discende dal farro grande, e quello duro, derivato dal farro medio, ha ridotto la coltivazione del grano antico gradito ai latini. Oggi è tornato di moda sull’onda della riscoperta dei grani antichi e dell’agricoltura biologica. Nonostante il costo, la diffusione del farro è tornata a rafforzarsi sempre di più.

Varietà di Farro

Ci sono tre tipologie di farro in natura: quello piccolo o farro monococco (Triticum monococcum); quello medio o farro dicocco o semplicemente farro (Triticum dicoccum); e quello grande o farro spelta o semplicemente spelta (Triticum spelta). Il farro monococco o Triticum monococcum è la più antica forma di grano coltivata dall’uomo. Ha un contenuto di glutine molto basso, pari al 3%. Il farro dicocco o Triticum dicoccum è la specie più diffusa di questo tipo di cereale. La sua coltivazione è molto diffusa sugli Appennini, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise e Lazio. Ottimo sia per preparare zuppe che per piatti freddi, la sua farina viene utilizzata per fare pane, dolci, pizza e foacce. Con la sua semola, si ottiene la pasta. Tradizionalmente al supermercato possiamo incontrare il farro dicocco perlato, che non va messo in ammollo, e quello decorticato, va ammollato per almeno 8 ore e richiede una cottura più lunga. Il farro grande o Triticum spelta non è una specie che cresce bene in Italia: il nostro clima non è favorevole a questa varietà di grano antico. Il prodotto in commercio nel nostro Paese proviene dall’Europa orientale e centrale. Si tratta di una varietà di farro meno rustica e adattabile a terreni poveri. La sua farina è adatta per dolci, biscotti e prodotti da forno.

LE RICETTE

Ammollo e cottura

La differenza nei tempi di ammollo e cottura del farro la fa la sua perlatura e la decorticazione. La varietà dicocco in commercio può essere farro perlato o farro decorticato. Il farro decorticato conserva la pellicola esterna del chicco, la glumetta, eliminata invece nel farro perlato. Il farro perlato non va messo in ammollo preventivo, quindi ci vuole meno tempo per prepararlo, ma è più povero di fibre rispetto a quello decorticato. Questa varietà ha bisogno di una bollitura di circa 20-40 minuti. Se invece scegli di cucinare il farro decorticato, per la cottura sarà necessaria una bollitura di almeno un’ora, con un ammollo preventivo di almeno 8 ore.

Come cucinarlo

Il farro oggi è molto usato nelle zuppe rustiche, ma anche come ingrediente principe di ottime insalate tiepide. La farina di farroche si ottiene dalla macinazione dei suoi chicchi può essere la base di particolari formati di pasta o di dolci alternativi. Ma questo cereale può essere utilizzato anche come sostituto del riso per preparare, ad esempio, timballi e sformati di farro al forno. Aggiungendo al farro bollito piselli, parmigiano, mozzarella e sugo di pomodoro, mischiando il tutto in una teglia che darà la classica forma del timballo, si otterrà un piatto sontuoso, ma con un maggior apporto di fibre. La bollitura è il metodo di cottura più famoso di questo cereale. Il farro bollito infatti si presta a un’infinita gamma di ricette, compresa quella del supplì. Una volta passato sotto l’acqua corrente per eliminarne le impurità e messo in ammollo per 8 ore, il farro decorticato va lessato in abbondante acqua salata per un’ora. Quello perlato o semi perlato per soli 30 minuti. La quantità di acqua necessaria sarà pari al doppio del peso del cereale. Terminata la cottura, il farro bollito va fatto riposare per dieci minuti in modo da fargli assorbire tutta l’acqua prima di condirlo. Un altro metodo di cottura è, come nel caso del riso, la tostatura: è infatti adatto anche per preparare i risotti. Anche il farro al vapore può essere una materia prima interessante per ricette salutari e alternative. Per questo metodo di cottura occorrerà una vaporiera con fori piccolissimi, oppure si può sospendere un colino da pasta con ganci, da posizionare sopra una pentola con acqua, in modo che il liquido non tocchi il farro ma lo cucini. L’effetto sul cereale sarà visibile sul sapore e sulla consistenza, che miglioreranno.
Unica accortezza: il farro va sempre cotto prima e mai insieme agli altri ingredienti.

Cosa abbinare

Il farro ha un aroma non troppo forte ma non neutro, che permette a questo cereale di abbinarsi a molte gustose ricette a base di carni, pesci e verdure, funzionando da accompagnamento, proprio come pane e riso. Può essere anche usato come guarnizione. Va d’accordo con patate, fagiolini, pomodorini e olive. Si accompagna bene in piatti freddi a base di mozzarella e basilico, o anche con del pesto di zucchine, accompagnato da gamberi. Il farro al vapore è lo sposo ideale di minestre di verdure, andando a completare un ideale e salutare apporto di fibre.

I trucchi per farlo mangiare ai bambini

Ecco qualche trucco per superare la diffidenza dei bambini nei confronti di questo grano antico. È possibile introdurre il farro già dal 18esimo mese di età, usando paste fatte con farine di farro, fino a farlo consumare in minestre, zuppe di farro e verdura. Grazie a pesto di zucchine o basilico, il farro andrà a sostituire riso o pasta nelle variazioni più gustose, accanto magari a pinoli e gamberetti. L’orzo è tra i cereali più ricchi di fibre che Madre Natura ci ha messo a disposizione. Inoltre è un ingrediente dal sapore gradevole e molto versatile in cucina. Zuppe, minestre, insalate, persino il risotto: le ricette dedicate a questi chicchi sono tantissime.

Lenticchia Nera – Ricette

LENTICCHIA NERA

Cos’è

Le lenticchie nere, dette anche Beluga, sono piccole e dalla forma lenticolare perfetta, appiattita, lucide e scure come il caviale Beluga. Gustose e versatili, si caratterizzano per il basso contenuto di grassi e l’alto contenuto di proteine e fibre. Cotte hanno un sapore delicato dolce-aromatico e sono ottime come antipasto o contorno per un piatto di pesce, nell’insalata o ancora in una zuppa delicata. Si cuociono rapidamente in poco più di 20 minuti e non necessitano di ammollo.

Cucinare le lenticchie

Cuocere questo legume è piuttosto facile e poco impegnativo, inoltre le lenticchie secche, rispetto a quelle in scatola, sono prive di conservanti e più ricche di principi nutritivi che si possono preservare, cuocendole su fiamma dolce in abbondante acqua fredda che deve ricoprire totalmente la superficie dei legumi. Dopo l’ebollizione, il tempo di cottura dipende dalla varietà di lenticchia; la nostra varietà, cioè quella Umbra, ha buccia sottile e tenera che consente direttamente la cottura senza ammollo, riducendo notevolmente i tempi di preparazione. Piccole e molto saporite, sono perfette in insalata o in umido, con il classico cotechino come buon augurio d’inizio anno.

LE RICETTE

Cucinare le lenticchie lessate

Dopo aver messo le lenticchie in ammollo (se necessario), eliminate eventuali residui capitati nella raccolta, bucce secche,poi scolale e lavale in un colino sotto il getto di acqua corrente. Riunitele in una casseruola e ricoprile di acqua fredda in modo da sommergerle completamente. Le lenticchie aumentano di volume di almeno 2 volte quando vengono cotte, quindi è necessario dosare bene l’acqua per evitare che possano bruciare in cottura. Eventualmente se in fase di cottura le lenticchie hanno assorbito tutta l’acqua ma sono ancora cotte, puoi aggiungere altra acqua facendo però attenzione a riscaldarla prima. Cuoci le lenticchie 20 minuti su fiamma dolce. Se vuoi preparare una minestra o usarle come contorno, aggiungi a freddo insieme alle lenticchie le verdure come il sedano, le carote, il pomodoro, l’aglio o la cipolla e le erbe aromatiche come alloro, rosmarino, salvia o anche bacche di ginepro. Sala solo a fine cottura, togli dal fuoco e gustale con un filo di olio extravergine di oliva o usale come ingrediente per la tua ricetta.

Cucinare le lenticchie al vapore o con la pentola a pressione

La cottura al vapore avviene esponendo l’alimento in appositi cestelli a griglia o bucherellati al vapore esalato dall’acqua o dal brodo contenuto in una pentola sottostante, portato ad alta temperatura. In questo modo, la pietanza cuoce per assorbimento l’umidità del liquido senza cedere nulla né del suo sapore né delle sue proprietà. Per le lenticchie e in generale per i legumi duri e secchi, la penetrazione dell’acqua in essi si riduce al minimo, allungando di conseguenza anche i tempi di cottura, per questo motivo la cottura a vapore non è consigliata. Si consiglia invece la cottura in pentola a pressione che permette di mantenere inalterate le proprietà nutritive del legume senza disperderle nel liquido di cottura. Quindi seleziona le lenticchie secche, eliminando quelle che hanno delle imperfezioni, poi scolale e lavale in un colino sotto l’acqua corrente. Versa le lenticchie nella pentola a pressione e riempila d’acqua fino a ricoprirle, senza eccedere. Se vuoi, puoi aggiungere a freddo le verdure e gli aromi che preferisci, condiscile con un filo di olio extravergine di oliva, chiudi la pentola a pressione e cuoci le lenticchie per 15 minuti da quando inizia il fischio della pentola. Trascorso il tempo indicato, spegni la fiamma e alza la valvola per la fuoriuscita completa del vapore, prima di aprire il coperchio. A questo punto, apri il coperchio, sala le lenticchie cotte e utilizzale come preferisci.

Cucinare le lenticchie in padella

Ammorbidisci le lenticchie per una notte in abbondante acqua fredda. Prepara un trito di cipolla, sedano e carota e rosolalo in una grande padella dai bordi alti. Scola e lava le lenticchie in colino e aggiungile al soffritto, mescola e versa il brodo che dovrà essere il doppio del volume delle lenticchie. Cuoci su fiamma debole fin quando le lenticchie avranno assorbito il brodo. A questo punto, se vuoi, puoi aggiungere altri odori o verdure con qualche mestolino di brodo e portale a cottura facendo asciugare il liquido; togli dal fuoco la padella e servi le lenticchie come contorno, aggiungendo un filo di olio extravergine di oliva a crudo.

Cucinare le lenticchie al microonde

Lava le lenticchie secche in un colino sotto il getto di acqua corrente, e tienile a bagno per una notte. Elimina eventuali bucce o lenticchie galleggianti sulla superficie dell’acqua, scolale e versa le lenticchie in un contenitore adatto per il microonde, ricoprile con acqua fredda, metti il coperchio o copri con un foglio di pellicola per microonde e cuoci alla potenza 500 w per 20 minuti. In questo modo hai ottenuto le lenticchie come quelle del barattolo, pronte per essere usate come preferisci. Se vuoi, aggiungi alle lenticchie cotte le verdure che preferisci tagliate a cubetti (carote, cipolle, porro, patate, sedano e pomodorini o i pelati), gli aromi, il sale e il peperoncino; mescola e cuoci per 10-15 minuti alla potenza di 500 w. Servi la zuppa di lenticchie condita con un filo di olio extravergine di oliva e accompagnala con una fetta di pane casereccio tostata.

Cucinare le lenticchie con il Bimby

Cucinare le lenticchie con il Bimby è molto semplice ma è necessario inserire nel boccale gli ingredienti nell’ordine giusto e prestare attenzione alla velocità e al tempo di cottura degli alimenti. Acquista le lenticchie secche e lasciale in ammollo per 6 ore. Taglia le carote, il sedano e la cipolla a rondelle non troppo sottili, metti tutte le verdure nel boccale, imposta la velocità 7 e aziona per 30 secondi. Aggiungi adesso un filo d’olio extravergine di oliva e aziona nuovamente a velocità 1 per 2 minuti. La temperatura deve essere 100° C in modo da rosolare le verdure. Se ti piacciono i gusti rustici e saporiti, aggiungi un po’ di pancetta (dolce o affumicata) da rosolare insieme all’olio. Senza modificare la velocità di cottura e la temperatura, versa nel boccale i pomodorini pelati o freschi tagliati a piccoli cubetti e aziona per 5 minuti. Intanto scola le lenticchie e lavale sotto il getto di acqua corrente, poi aggiungile attraverso il boccale nel condimento che hai preparato insieme a 1 bicchiere d’acqua a temperatura ambiente e 1/2 dado di verdure. Imposta la temperatura a 100° C e la velocità 1 e cuoci per 20 minuti. Regola di sale, mescola e servi le lenticchie cotte con il Bimby su crostini di pane casereccio, condisci con un filo di olio extravergine di oliva a crudo e, se ti piace, aggiungi un pizzico di peperoncino piccante.

Lenticchia – Ricette


LENTICCHIA

Cos’è

Questo antichissimo legume, noto alle popolazioni asiatiche e mediterranee, si presta ancora oggi ad una alimentazione sana ed equilibrata, grazie alla sua ricchezza intrinseca di sali minerali, proteine e ferro. Le lenticchie hanno un alto contenuto proteico ma anche una buona quantità di zuccheri e una scarsa quantità di grassi di tipo insaturo. È un alimento perfetto per chi ha necessità di una dieta ricca di ferro ma, è anche ricco di fibre, sali minerali, di fosforo, e vitamine del gruppo B. Contengono soflavoni, sostanze che “puliscono” l’organismo e, recentemente, gli esperti consigliano di consumare le lenticchie soprattutto per le loro proprietà antiossidanti che agiscono in modo positivo sugli inquinanti, ai quali tutti siamo esposti. Ottime per antipasti, zuppe, riso, salsicce, cotechino, zampone e ogni piatto della tradizione umbra.

Cucinare le lenticchie

Per consumare le lenticchie, come la maggior parte dei legumi secchi, è necessario cuocerle poiché a crudo il prodotto non è digeribile. Sono in commercio le lenticchie in scatola, già cotte, più pratiche e più veloci da cucinare; comunque è bene ricordare che cuocere questo legume è piuttosto facile e poco impegnativo, inoltre le lenticchie secche, rispetto a quelle in scatola, sono prive di conservanti e più ricche di principi nutritivi che si possono preservare, cuocendole su fiamma dolce in abbondante acqua fredda che deve ricoprirle totalmente la superficie dei legumi. Dopo l’ebollizione, il tempo di cottura dipende dalla varietà di lenticchia scelta che si differenziano tra loro per colore, dimensione e per sapore; in comune hanno forma, tonda e piatta. Alcune varietà sono conservate decorticate, prive di buccia, per questo non necessitano di “ammollo”, consigliato per quelle con la buccia che va da minimo 2 ore a massimo 12.

LE RICETTE

Cucinare le lenticchie lessate

Dopo aver messo le lenticchie in ammollo (se necessario), eliminate eventuali residui capitati nella raccolta, bucce secche,poi scolale e lavale in un colino sotto il getto di acqua corrente. Riunitele in una casseruola e ricoprile di acqua fredda in modo da sommergerle completamente. Le lenticchie aumentano di volume di almeno 2 volte quando vengono cotte, quindi è necessario dosare bene l’acqua per evitare che possano bruciare in cottura. Eventualmente se in fase di cottura le lenticchie hanno assorbito tutta l’acqua ma sono ancora cotte, puoi aggiungere altra acqua facendo però attenzione a riscaldarla prima. Cuoci le lenticchie 20 minuti su fiamma dolce. Se vuoi preparare una minestra o usarle come contorno, aggiungi a freddo insieme alle lenticchie le verdure come il sedano, le carote, il pomodoro, l’aglio o la cipolla e le erbe aromatiche come alloro, rosmarino, salvia o anche bacche di ginepro. Sala solo a fine cottura, togli dal fuoco e gustale con un filo di olio extravergine di oliva o usale come ingrediente per la tua ricetta.

Cucinare le lenticchie al vapore o con la pentola a pressione

La cottura al vapore avviene esponendo l’alimento in appositi cestelli a griglia o bucherellati al vapore esalato dall’acqua o dal brodo contenuto in una pentola sottostante, portato ad alta temperatura. In questo modo, la pietanza cuoce per assorbimento l’umidità del liquido senza cedere nulla né del suo sapore né delle sue proprietà. Per le lenticchie e in generale per i legumi duri e secchi, la penetrazione dell’acqua in essi si riduce al minimo, allungando di conseguenza anche i tempi di cottura, per questo motivo la cottura a vapore non è consigliata. Si consiglia invece la cottura in pentola a pressione che permette di mantenere inalterate le proprietà nutritive del legume senza disperderle nel liquido di cottura. Quindi seleziona le lenticchie secche, eliminando quelle che hanno delle imperfezioni, poi scolale e lavale in un colino sotto l’acqua corrente. Versa le lenticchie nella pentola a pressione e riempila d’acqua fino a ricoprirle, senza eccedere. Se vuoi, puoi aggiungere a freddo le verdure e gli aromi che preferisci, condiscile con un filo di olio extravergine di oliva, chiudi la pentola a pressione e cuoci le lenticchie per 15 minuti da quando inizia il fischio della pentola. Trascorso il tempo indicato, spegni la fiamma e alza la valvola per la fuoriuscita completa del vapore, prima di aprire il coperchio. A questo punto, apri il coperchio, sala le lenticchie cotte e utilizzale come preferisci.

Cucinare le lenticchie in padella

Ammorbidisci le lenticchie per una notte in abbondante acqua fredda. Prepara un trito di cipolla, sedano e carota e rosolalo in una grande padella dai bordi alti. Scola e lava le lenticchie in colino e aggiungile al soffritto, mescola e versa il brodo che dovrà essere il doppio del volume delle lenticchie. Cuoci su fiamma debole fin quando le lenticchie avranno assorbito il brodo. A questo punto, se vuoi, puoi aggiungere altri odori o verdure con qualche mestolino di brodo e portale a cottura facendo asciugare il liquido; togli dal fuoco la padella e servi le lenticchie come contorno, aggiungendo un filo di olio extravergine di oliva a crudo.

Cucinare le lenticchie al microonde

Lava le lenticchie secche in un colino sotto il getto di acqua corrente, e tienile a bagno per una notte. Elimina eventuali bucce o lenticchie galleggianti sulla superficie dell’acqua, scolale e versa le lenticchie in un contenitore adatto per il microonde, ricoprile con acqua fredda, metti il coperchio o copri con un foglio di pellicola per microonde e cuoci alla potenza 500 w per 20 minuti. In questo modo hai ottenuto le lenticchie come quelle del barattolo, pronte per essere usate come preferisci. Se vuoi, aggiungi alle lenticchie cotte le verdure che preferisci tagliate a cubetti (carote, cipolle, porro, patate, sedano e pomodorini o i pelati), gli aromi, il sale e il peperoncino; mescola e cuoci per 10-15 minuti alla potenza di 500 w. Servi la zuppa di lenticchie condita con un filo di olio extravergine di oliva e accompagnala con una fetta di pane casereccio tostata.

Cucinare le lenticchie con il Bimby

Cucinare le lenticchie con il Bimby è molto semplice ma è necessario inserire nel boccale gli ingredienti nell’ordine giusto e prestare attenzione alla velocità e al tempo di cottura degli alimenti. Acquista le lenticchie secche e lasciale in ammollo per 6 ore. Taglia le carote, il sedano e la cipolla a rondelle non troppo sottili, metti tutte le verdure nel boccale, imposta la velocità 7 e aziona per 30 secondi. Aggiungi adesso un filo d’olio extravergine di oliva e aziona nuovamente a velocità 1 per 2 minuti. La temperatura deve essere 100° C in modo da rosolare le verdure. Se ti piacciono i gusti rustici e saporiti, aggiungi un po’ di pancetta (dolce o affumicata) da rosolare insieme all’olio. Senza modificare la velocità di cottura e la temperatura, versa nel boccale i pomodorini pelati o freschi tagliati a piccoli cubetti e aziona per 5 minuti. Intanto scola le lenticchie e lavale sotto il getto di acqua corrente, poi aggiungile attraverso il boccale nel condimento che hai preparato insieme a 1 bicchiere d’acqua a temperatura ambiente e 1/2 dado di verdure. Imposta la temperatura a 100° C e la velocità 1 e cuoci per 20 minuti. Regola di sale, mescola e servi le lenticchie cotte con il Bimby su crostini di pane casereccio, condisci con un filo di olio extravergine di oliva a crudo e, se ti piace, aggiungi un pizzico di peperoncino piccante.